mercoledì 24 dicembre 2008

Le Vie dei Canti

Al momento sto leggendo Le Vie dei Canti di Bruce Chatwin. E' contemporaneamente un saggio, un romanzo e un diario di viaggio, scritto dall'autore durante il viaggio in Australia che lo ha portato a contatto con la cultura aborigena e con il Land Rights Movement.
Voglio riportare qui sul mio blog le ultime 3 pagine del 30esimo capitolo.

"Avevo il presentimento che la fase 'itinerante' della mia vita si sarebbe presto conclusa. Prima che si insinuasse dentro di me il malessere della sedentarietà, pensai, dovevo riaprire questi taccuini. Dovevo mettere sulla carta un riassunto delle idee, delle citazioni e degli incontri che mi avevano divertito, che mi tornavano in mente spesso e che speravo avrebbero fatto luce su quello che per me è l'interrogativo primo: qual è la natura dell'inquietudine umana?
In una delle sue pensées più cupe, Pascal disse che la fonte di tutte le nostre sofferenze era l'incapacità di starcene tranquilli in una stanza.
Perché, domandava, un uomo che ha di che vivere sente lo stimolo a trovare un diversivo in qualche lungo viaggio per mare? O a vivere in un'altra città, o a andarsene alla ricerca di un grano di pepe, o in guerra a spaccar teste?
Scoperta la causa delle nostre disgrazie, Pascal volle anche capirne la ragione, e dopo averci riflettuto ne trovò una ottima: e cioè la naturale infelicità della nostra debole condizione mortale; così infelice che, se ci concentriamo su di essa, nulla può consolarci.
Solo una cosa può alleviare la nostra disperazione, ed è lo svago (divertissement); eppure proprio questa è la peggiore di tutte le nostre disgrazie, perché lo svago ci impedisce di pensare a noi stessi e ci porta gradualmente alla rovina.
Chissà, mi domandai, se il nostro bisogno di svago, la nostra smania di nuovo, era, in sostanza, un impulso migratorio istintivo, affine a quello degli uccelli in autunno?
Tutti i grandi maestri hanno predicato che in origine l'Uomo '
peregrinava per il deserto arido e infuocato di questo mondo' - sono parole del Grande Inquisitore di Dostoevskij -, e che per riscoprire la sua umanità egli deve liberarsi dai legami e mettersi in cammino.
I miei due taccuini più recenti erano fitti di appunti presi in Sudafrica, dove avevo vagliato senza intermediari alcune prove certe sull'origine della nostra specie. Quello che appresi là - insieme a quel che ora sapevo sulle Vie dei Canti - sembrava confermare l'ipotesi con cui mi baloccavo da tanto tempo: e cioè che la selezione naturale ci ha foggiati - dalla struttura delle cellule cerebrali alla struttura dell'alluce - per una vita di viaggi stagionali a piedi in una torrida distesa di rovi o di deserto.
Se era così, se la 'patria' era il deserto, se i nostri istinti si erano forgiati nel deserto, per sopravvivere ai suoi rigori - allora era più facile capire perché i pascoli più verdi ci vengono a noia, perché le ricchezze ci logorano e perché l'immaginario uomo di Pascal considerava i suoi confortevoli alloggi una prigione."

domenica 14 dicembre 2008

primo post semiserio


Venerdì 12 dicembre 2008 è stato il mio ultimo giorno di lavoro in Cariparma. Mi aspettavo un commiato freddino e sbrigativo...d'altronde ci sono stato solo 4 mesi e mezzo. Invece le persone del mio ufficio mi hanno stupito a modo loro tutte e in positivo. Una sintesi dei loro commenti potrebbe essere questa: "beato te, che invidia, fai bene...se non lo fai ora non lo fai più...divertiti e quando torni, se torni, torna a trovarci ché non si sa mai..."
A me è dispiaciuto un po' porre fine a questi legami che si erano creati e che si stavano rinforzando, ma d'altra parte è un sacrificio che sapevo già di dover fare per cui ero già abbastanza pronto e "scafato" [non so che cazzo significa ma sono le 4:28 am e mi andava di scriverlo...anche perché sto digitando da seduto sulla tazza del cesso quindi essendo nel mio regno faccio un po' come mi pare!]

Sabato 13 è stata una giornata dedicata allo spurgamento del mio laptop, che ormai è fortemente in corsa per un posto al mio fianco durante il viaggio in Oz.
Ho deciso anche di fare il passport di vodafone, per mantenere contatti telefonici con casa Italia, perciò sono andato a comprarmi un Nokia da battaglia alla modica cifra di 28 euri e 90 cents.
Serata ovviamente targata QDF (quelli veri non quelli farlocchi che iniziano a circolare nella facoltà di Economia di Parma attualmente...) prima al ParadIce (l'unica gelateria al mondo che fa anche aperitivo - vicino casa di Vito), e poi all'immancabile Fuori Orario.

Tra una balla e l'altra si sono fatte le 4:34 am, e mancano 22 giorni alla partenza.
Beh la tensione inizia a farsi sentire...
Ce la farà il nostro eroe a gestirla? Lo scopriremo nelle prossime puntate di Slice of Life!