venerdì 23 aprile 2010

Ludovico's Last Stand

Martedì 8 settembre comincia ufficialmente il viaggio per la West Coast.
Finito di aggiornare il blog, verso le 13:00 passo a prendere il mio nuovo tripmate a Cullen Bay, la marina di Darwin. Si chiama Marco e viene dalla provincia di Bergamo. Beccato nella biblioteca pubblica di Darwin: lui stava cercando una passaggio giù a Perth, io non stavo cercando nessuno ma dato che i nostri piani coincidevano why not? :)
Si era imbarcato qualche giorno prima su uno yacht diretto a Perth, che però era rimasto incagliato a poca distanza da Darwin a causa della bassa marea, rompendo il motore. A tal proposito Marco mi aveva poi raccontato di una scena mitologica della barca in secca piegata su di un lato e di loro che ci camminavano attorno!!! XD Quando me lo ha detto mi ha fatto capitolare...
Inizialmente gli era preso il panico poi però “ho iniziato a prenderla con filosofia” aveva aggiunto, e lì mi sono strumulato a terra dalle risate.
A suo dire comunque è stata un'esperienza da NON rifare assolutamente... XD

Mentre lo aspetto mi capita il solito fenomeno australiano: rivedo una tizia, presumibilmente francese, che avevo conosciuto di vista in Indonesia. Vabbè amazing...

Ma torniamo a noi.
Baldanzosi e belli come il sole facciamo prima scalo ad un K-Mart per comprare una bombola del gas più fornello, rivelatasi utilerrima in seguito, e poi road to Katherine, con riempimento bombola incorporato sulla strada ad opera di una commessa bianca ma che più bianca non si può (nonostante il sole fosse di quelli che ti prendono a randellate in testa senza pietà alcuna).
Arriviamo a Katherine, dove avevo passato due piacevoli serate in compagnia di Alex, Dim e amici di amici di amici all'inizio di agosto, nel tardo pomeriggio e ci andiamo a stipare dritti dritti alle Hot Springs, mia dimora katheriniana per la terza volta... ;)
Il tempo di un bagnetto caldo nella piscina naturale a 30 e passa gradi e poi cena. Nel parcheggio oltre ad un gruppetto di tedeschi che passa 10 minuti buoni a lodare Ludovico rivedo Schlomi, un tizio israeliano conosciuto a Darwin al Mindill Beach Sunset Market, diretto a Broome per cercare lavoro.

Il giorno dopo siamo impegnati in un tappone di 500 km fino a Kununurra sotto un caldo impressionante.
E che si rivelerà fatale...
Dopo migliaia di km ero di nuovo sul sedile del passeggero a sonnecchiare quando ad un tratto Marco fa “oh Vale, ma è normale che vada solo a 60 all'ora?” e io “beh no... ma magari è colpa dell'asfalto ruvido o del vento contrario...”
Nulla di tutto ciò.

Nonostante tutto arriviamo al confine col Western Australia, diamo fondo alle nostre mele bought in Northern Territory e che non potevano attraversare il confine, nascondiamo il miele, che era troppo da finire in una botta sola, e passiamo il customer.
Prima di dirigerci a Kununurra visitiamo Lake Argyle, un lago artificiale costruito per la fornitura d'acqua della zona circostante. Si tratta di un lago enorme, la cui capienza d'acqua è 18 volte quella del Sydney Harbour. Dentro c'erano barche e gommoni ma nessuno che nuotava. Quando le ho viste mi sono chiesto "ma che cacchio di gusto c'è a navigare un lago artificiale?!"
Mistero della faith...

Giunti in città cerchiamo subito l'information centre per procurarci una mappa della cittadina (inutile perché Kununurra è minuscola) e per affiggere in bacheca il nostro annuncio di ricerca di un passaggio per il Kimberley attraverso la Gibb River Road. Annuncio affisso anche in altri due ostelli. Dopo il tramonto osservato dallo Knob's Lookout il nostro istinto da backpacker ci conduce alla laguna, dove in effetti ci sono altri “colleghi” impegnati coi fornelli a gas. Lì ceniamo e dopo cena facciamo la conoscenza di Luca, un ragazzo di Reggio Emilia in Australia da dicembre 2008. Non vi dico la faccia che ha fatto vedendo i miei pantaloncini del Parma... ahdsuahsduhasd
Il mattino seguente lo impieghiamo visitando il Mirima National Park, una specie di Purnululu in piccolo dice la Lonely Planet (e anche mooooooooolto più brutto direi io XD). Si tratta di un parco nazionale molto piccolo praticamente in città. Non è nulla di che. A me ha ricordato parecchio il Kings Canyon.
Poiché il parco era veramente ma veramente piccolo, torniamo per pranzo alla laguna, dove dopo un lauto pasto a base di non mi ricordo ci concediamo una signora pennichella sul prato inseguendo l'ombra. Verso il pomeriggio stringiamo amicizia con una ragazza francese di nome Theodora, di origini italiane, e organizziamo una cena collettiva con Julien, il suo ragazzo, e Luca, il tipo di Reggio. La cena è a base di frittatone al tonno, da parte mia e di Marco, gamberi in salsa di cocco e curry, da parte dei francesi, e pane, da parte di Luca. Julien e Theodora sono due tipi in gamba. Nono solo si sono camperizzati da soli il van, rendendolo stupendo, molto meglio dei Wicked Camper, ma per guadagnare soldi vanno in giro di festival in festival vendendo crepes. Ci hanno raccontato di un guadagno di 3.000 $ in 2 giorni durante un festival musicale!

In tutto ciò Ludovico era malaticcio, ma io pensavo che fosse un problema della molla dell'acceleratore un po' failing, perciò ero intenzionato a farlo riparare a Broome, più grandicella e fornita di Kununurra. Ma si sa, tra il dire e il fare c'è di mezzo e il...

Venerdì 11 settembre ci avviamo da Kununurra di buon'ora verso Broome. La prima tappa è l'ingresso dal Purnululu National Park. Il nostro piano è di appostarci lì è chiedere a qualcuno di portarci con sè all'interno del parco, per raggiungere il quale occorre un 4WD. Avevamo mutuato il piano da due ragazze tedesche conosciute a Darwin, Susanne e Dörte, ma evidentemente, funziona solo se sei donna: infatti a noi non c'ha preso su nessuno... come prevedibile.
Proseguiamo così sulla Great Northern Highway in direzione Halls Creek, dove ci fermiamo per scroccare una doccia e una ricarica batterie al centro sportivo-culturale cittadino.
Dopo un'oretta circa proseguiamo la marcia in direzione del bivio Broome-Derby... ma non percorriamo molta strada.
Circa 100 km dopo Halls Creek e a 180 dal successivo insediamento umano, Fitzroy Crossing, Ludovico Van dice stop.
STOP

E ce lo comunica rilasciando nel cielo fumo bianco...
Ci lascia pochi minuti prima del tramonto nel bel mezzo del deserto del Kimberley. Se non altro scegliendo una location “invidiabile” per trapassare.
Preso atto della cosa, per me e Marco non resta che cacciare le sedie e goderci un tramonto da favola nel bel mezzo del nulla più totale, circondati solo da ettari ed ettari di deserto macchiati qua e là da carcasse animali e spinifex. All'orizzonte le sagome nere della vegetazione si stagliano sulla luce giallastra del sole morente. Nell'aria il silenzio più assoluto, rotto soltando dai nostri commenti allucinati.
Per alcuni minuti il fatto che eravamo rimasti appiedati nel bel mezzo del nulla a 100 km dal più vicino centro cittadino era passato assolutamente in secondo piano. Ci stavamo godendo un lungo attimo di stupore offertoci da una disgrazia potenzialmente letale.
A tenebre consolidate è il momento di fare qualcosa per immortalare nella nostra memoria l'accaduto, per cui fornello a gas alla mano scatta una doverosa pasta in bianco nel deserto a lume di candele a bordo strada, con chili e chili di parmesan, cosa che per chi mi conosce bene potrà suonare molto strana but Australia makes you do things you would never ever imagine before.
Non c'è luna per cui le stelle in cielo sono nitidissime e la temperatura gradevolissima rende il tutto uno spettacolo troppo rilassante per alzarsi e mettersi a pensare a come uscire da quella situazione. Come posso dire... ci stava bene così.
Lunghissimi minuti passati sbracati sulle sedie da campeggio ad osservare i puntini luminosi sopra di noi.
Finita la cena sotto le stelle io vado a schiacciare un pisolino mentre Marco resta sveglio a guardarsi un film. Dopo circa un'oretta, verso le 22:00, vengo svegliato da luci intermittenti e rumore di motore: forse siamo salvi! Peccato...
Esco dal van e trovo fermo sulla carreggiata un road train mastodontico. Alla guida c'è il classico personaggio da outback. Si tratta di un camionista australiano completamente pelato, massiccio come un orso e con una panza enorme e rotonda. Gli chiediamo se può portare noi e Ludovico fino a Broome ma ci dice di no. Il tizio si dilunga poi sulla pericolosità di fermare road trains nella notte, dato che gli autisti sono poco propensi a farlo, soprattutto se rischiano di beccare aborigeni. In tal caso, anzi, ci dice il tizio, i camionisti tendono più che altro ad accelerare e travolgere le persone. “Se non sanno di che colore sei, ti mettono sotto e basta!” sintetizza il nostro soccorritore. Testimonianza di come il razzismo sia ancora fortemente radicato in Australia. Ah si... poi sempre sto tizio ci comunica allegramente come sia difficile trovare soccorso in questa zona dato che Halls Creek e Fitzroy Crossing sono due città molto malfamate e turbolente. Insomma ci tira fuori un bel po' di merda che magari non vorresti sentirti dire in quei momenti.
Vabè sto gentiluomo alla fine se ne va dicendoci che avrebbe allertato della nostra presenza tutti coloro diretti nella nostra direzione incontrati sulla sua strada. Traduzione: campa cavallo.
In situazioni come quelle se non hai un telefono satellitare puoi fare solo due cose: sederti e aspettare. So did we.

Il mattimo seguente ci vede svegli prestissimo. Non appena infatti il sole si alza l'abitacolo di Ludovico diventa un forno industriale invivibile.
Comincia un po' d'agitazione. Io inizio a seguire la strada in avanti, Marco indietro. Passano così un paio d'ore scandite dai passi sull'asfalto ancora freddo dalla notte precedente.
Ad un tratto le mie orecchie tese avvertono un ronzio che sa di motore...
Dai che siamo salvi!!!
Avevo percorso un bel pezzo perciò per tornare da Ludovico sono costretto a correre a perdifiato.
Arrivo sulla scena e trovo un 4WD fermo accanto a Ludovico con Marco e il guidatore che parlano. Il tipo era un manutentore della linea telefonica Telstra che passava di lì diretto a Broome. Ci chiede se abbiamo una corda e quando gli mostro la mia lunga (solo) 3 metri mi fa “hai solo questa?” e io “beh si...” “è un po' corta... ma va bene lo stesso... ;)”
Morale della favola: sto eroe accetta di trainarci per 180 km legando Ludovico alla sua macchina con una corda minuscola e dicendomi “dovrai stare con gli occhi ben aperti perché qui è pieno di mucche in giro ma se io freno tu mi vieni addosso...”
Bene...
Al volante di Ludovico mi metto io e percorro i 180 km più lunghi e stressanti della mia vita a pochi centimetri dalla macchina davanti e senza quasi mai sbattere le palpebre. Il tizio è molto bravo comunque è ogni volta che c'è da frenare o rallentare per colpa di qualche vacca sulla strada lo fa sempre avvertendomi col braccio fuori dal finestrino con largo anticipo. Praticamente mi sono visto male solo una volta, quando un cane stava attraversando la strada e lui non ha minimamente decelerato, altrimenti gli sarei finito sicuramente addosso dato che il canide si era palesato all'improvviso. Per fortuna sua l'animale è riuscito a passare sotto la macchina davanti senza subire danni!!!
Dopo questo calvario stradale durato circa 2 ore arriviamo finalmente a Fitzroy Crossing, un posto che definirlo paese è un insulto per i paesi veri: sono solo due roadhouse ai bordi della strada con qualche casa, un supermarket, la stazione di polizia, un ospedale e un centro formativo. Detto così sembra un posto tutto sommato niente male... Ecco, no. Toglietevi subito quest'idea dalla testa.