sabato 7 marzo 2009

East Coast vol.1

Lasciata Brissie la prima tappa “non cittadina” è stata Coolangatta (di nome e di fatto... ;P), una specie di Riccione australiana, dove abbiamo ribeccato il mitico Natzuki detto Natzky, un giapponese fuori di melone che forse conosce meglio l'italiano dell'inglese e che dopo aver lavorato per 3 anni in Toyota montando sportelli ha detto basta ed è partito per l'Australia col solo scopo di surfare. Dopo una buona passeggiata costeggiando l'oceano e le foto di rito al paesaggio abbiamo salutato il samurai surfista e ci siamo messi in viaggio per la non distante Surfers Paradise. Peccato non essere passati da Coolangatta il giorno dopo, in occasione di una tappa del campionato mondiale di surf. Di per sè non è un posto che lascia il segno ma per una vacanza all'insegna del surf non è male.
La tappa successiva è una specie di Rimini australiana [non a caso Surfers e Coolangatta sono vicine :)]. Lasciati i bagagli in ostello, solita procedura ormai collaudata: passeggio e foto. Purtroppo a SP non abbiamo speso a great time. Io, Alice e il Bent siamo andati in spiaggia a farci flagellare dal vento e dalla sabbia, mentre il povero Bounty è stato vittima del furto del suo portafogli nel luogo che più ci resterà impresso di Surfers Paradise: l'Hard Rock Cafè. Dopo aver rivoltato come calzini tutti i posti battuti abbiamo iniziato a sospettare che non si trattasse di smarrimento ma di furto. Tornati al HRC abbiamo chiesto alla Security (gentilissima) di poter visionare il filmato della telecamera di sicurezza, che ha confermato il nostro sospetto: colpevole una butrillona di merda che spero vivamente spenda di medicine tutto ciò che ha guadagnato da questo furto.
GO TO HELL FUCKEN BITCH!!!
Al di là della disavventura, Surfers Paradise è una cittadina non male che vive e prospera sul turismo e sul surf.

Dopo la notte trascorsa in ostello a Surfers Paradise, il quartetto più improbabile di tutta la East Coast si è diretto alla volta di Noosa, su cui sono state fatte le battute più atroci del mese con una netta supremazia del Bontà... Noosa è un altro classico posto per surfisti, ragion per cui io e il Bent ci siamo dati a del sano bushwalking a pochi metri dall'oceano.
Salutata Noosa, siamo arrivati a Rainbow Beach in serata. La faccio breve a Rainbow Beach non c'è un cazzo...ma proprio niente!!! L'unica cosa positiva è che si trova all'interno del Great Sandy National Park, di cui ho pubblicato già alcune foto su facciadilibro. A RB abbiamo trascorso la prima notte in tenda. Io e il Bent abbiamo fatto del nostro meglio per tenere sveglia Alice...russando!!! Esperienza positiva anche questa per me, dato che erano un po' di anni che non facevo campeggio.
Dato che a Rainbow Beach non c'è assolutamente nulla, a parte una spiaggia per pescare, siamo partiti di buon'ora alla volta di Hervey Bay, la base per il successivo tour su Fraser Island (detta anche dal sottoscritto l'”isola delle frasi” o l'”isola del paroliere”...). Tra RB e HB abbiamo fatto due tappe intermedie: prima un favoloso lookout sull'oceano nel bel mezzo del Great Sandy National Park, dove stavano girando alcune scene di un musical su Space Balls (Balle Spaziali ndr), la parodia di Star Wars. Le foto che sono riuscito a fare sono davvero belle, perciò invito i curiosi a dare un'occhiata all'album pubblicato sulla mia pagina di facciadilibro...AMAZING!!!Dopo questo piccolo ma meraviglioso pezzo di deserto a picco sul Pacifico tappa a Maryborough, paese natale di Pamela Travers L. I più staranno giustamente chiedendosi “chi cazz'è?”, ebbene trattasi nientepopodimenochè dell'autrice di Mary Poppins!! Il nome della cittadina credo prenda spunto dalla famosa tata magica, ma una cosa è certa: a Maryborough esiste un club per tutte le donne che si chiamano Mary (fonte Lonely Planet)! Magari un giorno si riuniranno e decideranno di conquistare il mondo planando su tutte le principali capitali coi loro ombrelli dal manico a forma di anatra.
Giunti ad Hervey Bay, un paesone da cui partono la maggior parte dei tour per Fraser Island, siamo andati direttamente al resort Koala e dopo un pranzo lampo abbiamo fatto conoscenza coi nostri compagni d'avventura: Joey, Sean, Jo (from UK), Mary Beth, Kaelynn, Asia e Amanda (from Canada). Un piccolo passo indietro: Fraser Island è l'isola di sabbia più grande del mondo ed è situata a pochi km a largo di Hervey Bay nel Queensland. Ci sono diversi modi per visitare quest'isola meravigliosa: ci si può andare con un mezzo proprio, con un tour in bus oppure partecipando ad un tour in fuoristrada, l'unica condizione è che ci si vada con un veicolo 4WD, dato che ci si trova a guidare sulla sabbia per tutto il tempo. Ovviamente la nostra scelta, che è quella della stragrande maggioranza dei backpackers, è stata la terza. Le compagnie che noleggiano i fuoristrada, oltre a fornire veicolo e utensili da campeggio, tende incluse, fanno anche formazione per le persone che si accingono a partire per quest'esperienza. Ovviamente sta alla sensibità di ognuno fare tesoro di queste informazioni...infatti solo io e il Bent siamo stati ad ascoltare per filo e per segno il filmato istruttivo con effetti che vi racconterò successivamente... Finito il briefing pomeridiano ed esplicate le formalità di rito, spesa, cena, doccia e a nanna presto per essere in forma per il secondo briefing e la prima giornata sull'isola.

Rimando la descrizione del tour di Fraser Island al prossimo post perchè per la bellezza del posto e per l'esperienza personale merita davvero un discorso a parte.

Stay tuned!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

uh mi dispiace per Danilo! ma poi come ha fatto, aveva anche i documenti?
cmq come dice il proverbio: ogni mondo è paese!

valeriOZ ha detto...

si, anche i documenti tranne il passaporto.
fucken fatass!!!